<< tentativi pittorici

testo di Katiuscia Pompili

La serie “Tentativi plasma la materia che si disfa lentamente, come porzioni di spazio che il ritmo vitale del Tempo articola e trasforma

Il processo di realizzazione dell’opera è legato al modus operandi dell’Action Painting; come i pittori americani, l’artista siciliana applica la materia e i pigmenti organici con le mani aggredendo il supporto di tela o di carta in maniera istintiva. Le immagini che si generano sono prive di un disegno sottostante ma sono figlie di un progetto mentale e di un incontro con elementi organici. I materiali utilizzati sono caratteristici del paesaggio vulcanico: frutti o terra dell’Etna, materiali di recupero casalingo, come la posa del caffè, o esotico come il curry e la cannella. L’uso di materiali organici comporta un processo di deperimento dello strato pittorico, previsto come una fase fondamentale della realizzazione dell’opera che diviene così una vera e propria “natura morta” in cui il concetto di vanitas è rappresentato dalla tecnica stessa, quella trasformazione della materia organica portata avanti fino alla decomposizione. Il reimpiego, la ri-contestualizzazione, la marcescenza e infine la rinascita sono le dimensioni temporali che determinano l’opera e ne scandiscono i momenti fondamentali. L’Action Painting urlava “la pittura è vita”; Alessandra Fazio, al contrario, ci dice forse che la pittura è Morte? Ad un’osservazione ravvicinata possiamo notare la prolificazione di batteri e muffe che invadono l’opera e la trasformano in un lavoro infinito, “in progress”. La struttura in continuo divenire, sempre più affollata dai nuovi “inquilini”, è un risultato che rende l’artista una sorta di Madre creatrice di nuova vita. Nel quadro si sviluppa un nuovo ecosistema, il luogo di un vero e proprio riciclo estetico anticonsumistico che sfata l’ultimo tabù. Il senso dei lavori dell’artista sembra distillarsi nella convinzione che la Morte non è solo fine ma nuovo inizio: il “Tentativo” di rappresentare la vita per mezzo di materiali apparentemente inerti, finiti o scartati è possibile proprio perchè la morte è considerata uno stadio del ciclo di trasformazione della materia stessa.